Sotto il cielo di Caorle, i colori delle case danzano come note su una partitura scritta dal mare.
Qui il colore non è solo bellezza: è voce, identità, memoria.
Un tempo, quelle tinte accese non erano semplici scelte estetiche, ma una bussola viva per i pescatori, una sorta di mappa silenziosa che li guidava a casa attraverso nebbie fitte e albe incerte.
Ogni facciata era un segno riconoscibile, un faro domestico dipinto a mano, che parlava di famiglia, radici e ritorni.
Così, da generazioni, il colore continua a raccontare la storia marinara del borgo, legando passato e presente in un’unica, inconfondibile armonia.
RIPRODUZIONE RISERVATA ©Mariapia Statile
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