Collettiva fotografica “Immagini in Mostra” di M. Statile
Quest’anno ho avuto il piacere e l’onore di essere selezionata per partecipare alla Collettiva fotografica “Immagini in Mostra” XI Edizione a cura della Casa Editrice Pagine, che si è tenuta nella meravigliosa cornice di Palazzo Ferrajoli a Roma, nella giornata dell’11 luglio con l’evento pomeridiano durante il quale ogni autore è stato recensito e intervistato dal Prof. Plinio Perilli con la presenza della Dott.ssa Eleonora Mangiapelo, mentre venivano proiettati i vari scatti.
Per la partecipazione alla Mostra sono state richieste agli autori tre fotografie una delle quali, sempare a scelta dell’autore, da stampre su forex 35x50cm.
Ecco di seguito, le mie fotografie:
Il primo scatto intitolato “Polimnia” l’ho editato in bianco e nero poiché ritengo sia un ottimo complemento per sottolineare i dettagli e le caratteristiche materiche della superficie. In questo caso, esalta il panneggio che avvolge il braccio della mano che, a mio avviso, esprime l’atteggiamento pensoso, sognante e molto realistico della Musa.
La statua, databile alla seconda metà del II secolo d.C., in marmo pario per un’altezza di 1,59 cm, è oggi visibile in tutto il suo splendore presso la Centrale Montemartini a Roma. Fu rinvenuta nel 1928 in un antico cunicolo nell’area degli Horti Spei Veteris – attuale Villa Fiorelli a Roma – ovvero, un ampio possedimento imperiale che l’imperatore Settimio Severo trasformò in giardino e vi fece costruire un grandioso complesso residenziale, dove la statua di Polimnia era parte dell’apparato decorativo.
Polimnia è una figura della mitologia greca: una delle nove figlie di Mnemosine e Zeus, protettrice della poesia, della danza sacra, della pantomima, la cui iconografia la vede rappresentata come una giovane donna devota avvolta nel suo mantello con una corona di perle sul capo.
Con questo genere di scatti voglio comunicare la mia passione per le testimonianze storiche, artistiche ed archeologiche, a sua volta dettata dal mio lavoro nell’ambito archeologico. Ne deriva la volontà di divulgare tutto quello che costituisce il nostro Patrimonio Culturale.
Nel secondo scatto dal titolo “Bifore“, vediamo il cielo blu di Volterra incorniciato nelle bifore del Palazzo dei Priori nel centro storico della città nell’omonima piazza. Si tratta del più antico palazzo comunale toscano, costruito tra il 1208 e il 1257.
Questo scatto rientra in quei momenti in cui l’osservazione gioca per me un ruolo fondamentale, il fattore scatenante che mi ha permesso di cogliere quel cielo blu dalle bifore: un istante di vita attuale incorniciato da un elemento storico, facente parte entrambi del contesto paesaggistico urbano.
Infine, il terzo scatto “Tramonto sul lago“ l’ho realizzato in un tardo pomeriggio di agosto, quando mi ha colpita la luce che creava un’immagine sognate, magica, eterea.
Amo i tramonti perché trasmettono tanto: ti portano a sognare, a immaginare, a rifletere, a ricordare, generando un insieme di emozioni che, se riesco a cogliere l’attimo giusto in cui scattare, posso così riviverlo ogni qual volta guarderò quello scatto. Anguillare Sabazia offre e reagala questi tramonti per me, a dir poco spettacolari.
Questi tre scatti riassumono quello che amo fotografare in genere e cosa voglio comunicare. La scelta del soggetto da fotografare è dettata dal mio stato d’animo al momento dello scatto, cosa provo e quindi, cosa mi trasmette: la vibrazione di quell’attimo. Tutto succede velocemente, avviene in un attimo e la fotografia è per me il mezzo per cogliere quell’attimo e lo strumento per comunicare ciò che ho percepito. Rincorro i colori e qualche volta mi prendo una pausa editando in bianco e nero.
Inoltre, per ogni autore partecipante è stato realizzato un Video personalizzato e una Vetrina dell’Artista.
La Vetrina si compone della foto personale dell’autore con una breve biografia assieme a tre scatti, sempre selezionati dall’autore.
I miei tre scatti esprimono la scelta di fotografare il ‘riflesso’, ossia un soggetto non illuminato direttamente ma attraverso rimbalzi su una o più superfici adiacenti, inteso dunque come ‘azione riflessa’, cioè che ritorna su chi agisce. Ma il riflesso è anche una risposta motoria al dì fuori della nostra volontà, che consiste nel trasmettere uno stimolo. La mia fotografia vuole essere la mia azione riflessa allo stimolo percepito da questi tre soggetti:
“Riflesso naturale” è una foto macro di un particolare del cosiddetto cactus cereo che cresce con scanalature e margini molto spinosi ed è tipica dei climi aridi e desertici. Ma queste due caratteristiche della pianta sono in un certo senso in contraddizione nel mio scatto per la presenza delle gocce d’acqua che a loro volta, rendono l’immagine interpretabile in due modi: l’acqua ferma sulle spine potrebbe indicare la forza della natura e la tenacia della stessa pianta, oppure, le gocce d’acqua viste come lacrime di una pianta che deve inevitabilmente adattarsi ad una temperatura che non le è consona.
In “Riflesso falsato” vediamo la finestra di una delle varie ditte che si occupano della lavorazione dell’alabastro, tipica e storica del territorio della città di Volterra. Mi ha colpito la presenza di questi busti posizionati proprio a guadare fuori dalla finestra come fossero persone reali, ed è per questo motivo che ho denominato la foto riflesso ‘falsato’: azione/riflesso che trae in inganno l’osservatore.
“Riflesso semplice” è una fotografia che vuole cogliere la suggestività del paesaggio che si viene a creare grazie allo specchio del lago nel quale si riflette la luce che illumina il Tempio di Esculapio (1785-1792, neoclassico, opera di A. Asprucci e suo figlio) nel Giardino del Lago di Villa Borghese a Roma. L’ho definito un riflesso ‘semplice’ perché basta poco per creare un’atmosfera magica e suggestiva, come la luce riflessa nell’acqua di sera: la bellezza delle cose semplici resa possibile, nella fattispecie, grazie al connubio tra Arte e Natura.
Fotografare quella luce riflessa come ricerca del dettaglio: un oggetto può generare tanti riflessi di sé stesso e in chi lo osserva.
Il Video invece, ha visto la scelta da parte dello stesso autore, di venti scatti che, nel mio caso, rappresentano gli elementi che compongono la mia fotografia: osservazione – sensazioni – stati d’animo; luce – dettaglio – ricordo; colore – bianco e nero. Dunque, una sorta di excursus attraverso il quale è possibile conoscermi meglio.
Qui invece, particolari dalle Sale di Palazzo Ferrajoli:
È stata davvero una bellissima ed emozionante esperienza!
Vedere la propria opera fotografica accanto alle altre realizzate sia da fotografi amatoriali – come me – sia da professionisti, mi ha regalato una forte emozione e tanta soddisfazione.
Una pluralità di sguardi a confronto unita alla possibilità di raccontarsi nonché lasciare un segno della propria presenza e della propria creatività nel tempo, grazie alla pubblicazione delle opere fotografiche nel Catalogo della Mostra.
Sono molto grata di aver avuto quest’opportunità.
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Sitografia di riferimento:
Casa Editrice Pagine
Immagini e parole_Mariapia Statile__Video
Vetrina dell’Artista: Mariapia Statile
Palazzo Ferrajoli, Roma
Centrale Montemartini, Roma
Villa Borghese, Roma
Palazzo dei Priori, Volterra
RIPRODUZIONE RISERVATA ©Mariapia Statile
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