Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico Archeologico
Prima del Pratello
4 dicembre 2024 – 6 gennaio 2025
Esposizione del progetto didattico realizzato in collaborazione con
Istituto Penale per i Minorenni “Pietro Siciliani” Bologna
Centro per l’Istruzione degli Adulti CPIA 2 metropolitano di Bologna “Eduard C. Lindeman”
Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio 2, Bologna
www.museibologna.it/
Bologna, 4 dicembre 2024 – Nato dalla collaborazione tra il Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici Bologna e l’Istituto Penale per i Minorenni “Pietro Siciliani”, il progetto didattico sperimentale Prima del Pratello ha coinvolto un gruppo di 10 ragazzi, che hanno frequentato il Centro per l’Istruzione degli Adulti CPIA 2 metropolitano di Bologna “Eduard C. Lindeman” 2° periodo – IPM nell’anno scolastico 2023/2024.
Obiettivo dell’iniziativa è stato promuovere l’incontro tra questi giovani e l’archeologia, in un percorso di scoperta delle principali fasi del lavoro dell’archeologo a partire dalla conoscenza della storia della zona di via del Pratello, dove ha sede l’edificio in cui è ospitato l’Istituto Penale per i Minorenni di Bologna, le cui origini sono legate all’antica Felsina, la Bologna etrusca.
Il progetto ha avuto impulso dai Servizi educativi del Museo Civico Archeologico di Bologna, in linea con un impegno sempre attento a rispondere alla responsabilità sociale del museo stesso e ad abbattere le barriere di qualsiasi genere alla fruizione del patrimonio culturale.
L’opportunità “storica” di poter accostare le due istituzioni attraverso una parte del patrimonio proveniente proprio dalla zona dove sorge l’Istituto Penale per i Minorenni “Pietro Siciliani” ha facilitato la progettazione dell’attività, accolta con favore dalla direzione dell’Istituto Penale Minorile stesso e dalle docenti del CPIA come opportunità di orientamento e formazione in un percorso riformatore di responsabilizzazione dei giovani in carico ai Servizi minorili.
Durante cinque incontri i giovani beneficiari hanno potuto sperimentare in prima persona la sequenza delle operazioni preliminari all’esposizione dei reperti all’interno di un museo, apprendendo in particolare come anche dall’analisi di materiali apparentemente poco significativi si arrivi a ricostruire i modi di vita e tanti aspetti della realtà antica.
Dopo un’introduzione su cosa è oggi lo scavo archeologico, su come viene condotto, sull’importanza che i reperti rimangano legati al contesto da cui provengono, i ragazzi hanno osservato o eseguito, guidati dal personale del museo, alcune delle operazioni di base che vengono effettuate sui reperti per permetterne lo studio, la conservazione e l’esposizione in museo: restauro, schedatura e studio, redazione delle didascalie, allestimento.
La restituzione del progetto viene presentata al pubblico in una piccola esposizione fruibile liberamente al piano terra del Museo Civico Archeologico dal 4 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025, con alcune vetrine sulla realtà archeologica di via del Pratello allestite secondo il progetto pensato dai ragazzi, affiancate da materiali che danno conto del loro lavoro.
La mostra è anche l’occasione per presentare la prosecuzione della collaborazione con il progetto Sei un mito!, incentrato sulle storie del mito che ricorrono nelle decorazioni della ceramica attica conservata nel museo. Dopo una visita virtuale alle collezioni permanenti, attraverso le immagini e i testi antichi a cui fanno riferimento, i ragazzi saranno condotti alla riscoperta dei grandi eroi del mito.
Il Pratello: un luogo abitato da 2800 anni
Via del Pratello e i suoi dintorni hanno una storia molto lunga. L’edificio in cui è ospitato l’Istituto Penale per i Minorenni era l’antico convento delle suore francescane dei Santi Lodovico e Alessio, attivo dal Trecento fino alla soppressione napoleonica. In questa zona sono anche stati ritrovati resti di pavimenti di abitazioni romane (I sec. a.C.-I sec. d.C.) e alcune tombe galliche (seconda metà III-inizi II sec. a.C.).
Ma le scoperte più importanti sono legate alle origini di Felsina, la Bologna etrusca. Fu soprattutto Antonio Zannoni, prima ingegnere capo del Comune poi consulente delle imprese concessionarie degli impianti, a trasformare i lavori di ammodernamento delle infrastrutture urbane (fognature, illuminazione, rete idrica) in una straordinaria occasione di conoscenza dell’archeologia cittadina e nella scoperta delle tracce del più antico abitato etrusco (VIII-VII sec. a.C.).
In particolare via del Pratello restituì un nucleo di tracce di capanne molto consistente, mentre sul lato settentrionale di Piazza San Francesco, assieme ad altri fondi di capanna, Zannoni rinvenne uno straordinario deposito di oggetti metallici, noto come ripostiglio di San Francesco. Si tratta probabilmente della riserva di un fonditore, ricca di oltre 14.000 reperti particolarmente utili a ricostruire la vita quotidiana di un centro della prima età del ferro (900-650 a.C.).
I frammenti esposti nelle vetrine e su cui i ragazzi hanno lavorato provengono nella quasi totalità dagli scavi di via del Pratello. A questi sono stati affiancati esemplari meglio conservati ritrovati in tombe, per una migliore comprensione delle forme.
Le capanne del Pratello
Delle antiche capanne trovate da Antonio Zannoni non rimaneva quasi nulla, poiché erano costruite con legno, argilla e canne, materiali fragili che nel tempo si sono distrutti. Distruggendosi hanno formato sul terreno una macchia di colore scuro, all’interno della quale si ritrovano anche le ceneri del focolare, pezzi di vasi, resti di cibo.
Il focolare, posto al centro della capanna e circondato da sassi o da un cordone d’argilla, serviva per riscaldare e illuminare l’ambiente, cuocere i cibi e tostare i cereali. Su di esso si posavano gli alari, che servivano a sostenere sul fuoco i vasi o gli spiedi usati per cuocere: quelli ritrovati nelle capanne di Bologna sono di argilla e talvolta presentano fantasiose decorazioni, oppure terminano in belle teste di cavallo. Dai frammenti ceramici ritrovati nello scavo si ricostruiscono le forme di vasi che servivano a conservare, cucinare e consumare il cibo, oppure ad attingere, versare e bere acqua o altri liquidi.
Il dolio, grande vaso in terracotta di forma rotondeggiante che poteva anche essere interrato, si utilizzava come deposito di cereali e legumi tostati ed essiccati, allo scopo di garantirne la conservazione.
Le olle, vasi più piccoli, dalla forma rotondeggiante, con o senza manici, servivano per conservare i cibi e potevano svolgere anche la funzione dei nostri tegami.
Una serie di stoviglie costituiva invece il servizio da tavola: brocca, bicchiere e ta
Veduta di allestimento, Bologna, Museo Civico Archeologico
(Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico Archeologico)
Colophon progetto Prima del Pratello
Museo Civico Archeologico
Direttrice Paola Giovetti
Staff Servizi educativi Luca Andreini, Laura Bentini, Elena Maria Canè, Anna Dore
Istituto Penale per i Minorenni “Pietro Siciliani” Bologna
Direttore Alfonso Paggiarino
Funzionaria della Professionalità Pedagogica Romina Frati
Centro per l’Istruzione degli Adulti CPIA 2 metropolitano di Bologna “Eduard C. Lindeman”
Dirigente Emilio Porcaro
Insegnante Claudia Merighi
Informazioni
Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio 2 | 40124 Bologna
Tel. +39 051 2757211
www.museibologna.it/
mca@comune.bologna.it
Facebook: Museo Civico Archeologico di Bologna
YouTube: Museo Civico Archeologico di Bologna
Orari di apertura
Lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì 9.00 – 18.00
Sabato, domenica, festivi 10.00 – 19.00
Chiuso martedì non festivi, 25 dicembre (Natale)
8 dicembre (Immacolata Concezione) 10.00 – 19.00
26 dicembre (Santo Stefano), 6 gennaio (Epifania) 10.00 – 19.00
Settore Musei Civici Bologna
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Instagram: @bolognamusei
[Fonte: Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna]
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